All’opera – il Pilastrello del cambiamento

Riassunto

Un resoconto della nostra partecipazione alla Sagra del Pilastrello 2024; una riflessione sul cambiamento in atto fuori e dentro Associazione Croma.

In occasione della Sagra della Madonna del Pilastrello 2019 a Bresso, alcuni giovani di belle speranze allestirono una postazione per far conoscere Associazione Croma, una realtà decisa a promuovere la conoscenza e l’utilizzo della musica e dell’arte, fatte bene per fare del bene. Un mazzetto di coloratissime cartoline informative fresche di stampa era pronto per essere distribuito ai passanti interessati. Alla Sagra del Pilastrello 2024, quel gruppo di ragazze e ragazzi torna in piazza cresciuto, con le stesse cartoline… ma qualcosa è cambiato: i volantini vengono maneggiati, modificati e fanno un altro percorso.

Arti terapie e psicoterapia sostengono la trasformazione. Qualsiasi percorso volto alla ricerca di benessere psicofisico invita al cambiamento, perché la crescita è cambiamento e la cristallizzazione talvolta un grosso limite. Maturando, gusti e aspetto fisico cambiano: è giusto e naturale cercare dei punti fermi che descrivano chi siamo e che ci forniscano un profilo ben delineato dell’immagine che abbiamo di noi stessi, dopodiché però, dobbiamo esser pronti a metterci in dubbio, in gioco, sempre pronti a sistemare alcuni tratti di noi, a smussare e rimarcare all’infinito un’opera che necessita di un’intera esistenza per essere completata. È l’unico modo di vivere il presente e rispondere alla vita che cambia davanti a noi.

Lo stesso discorso vale per la nostra associazione che sta affrontando una fase di ragionamento per ridefinire confini e obiettivi in vista di una crescita e di un ampliamento del gruppo e del suo campo di azione. Stiamo evolvendo, con i nostri punti fermi ricalibrati in un orizzonte più ampio. Perciò, le informazioni di un tempo cominciano a diventare parziali, da aggiornare… come le cartoline informative. Cosa facciamo, ne stampiamo di nuove? Non ci convince l’idea. Vogliamo cambiare in positivo stando al passo coi tempi; non sprechiamo nuova carta, piuttosto diamo nuova vita alla stessa, perché possa essere immagine reale del cambiamento. Le cartoline diventano spazio di espressione, campo di incontro tra organizzatori e visitatori. Non sprechiamole dandole forzatamente a chi non vuole leggerle: affidiamole a chi le cerca; non svalutiamole ma valorizziamole; non pasticciamole ma scriviamoci sopra; non distruggiamole ma pieghiamole, perché possano produrre qualcosa di costruttivo. Quest’anno, con la nostra proposta artistica ci siamo fatti promotori di riflessioni e bacino di ascolto di pensieri e pareri, accolti e trascritti su ciò che siamo sempre stati. Ai visitatori abbiamo posto un quesito: «Tu cosa cambieresti?». La domanda spazia, parte da Croma per arrivare a riferirsi a un ambito più personale, alla quotidianità, al mondo e alla vita di chi abbiamo davanti. Qualsiasi risposta trovava posto sulle nostre vecchie cartoline, pronte ad essere incastrate con sapienza le une sulle altre, come mattoni di una torre disposta a crescere sempre più. Ecco i primi passi del cambiamento, nostro, vostro, loro e di ciascuno.

Da una torre all’altra, il nostro stand accoglieva i visitatori raccontando la storia di Croma, proiettandosi in un futuro non ancora scritto ma senza dimenticare il nostro passato e presente: se sulla sinistra un totem ricco di immagini, frasi e racconti, presentava la nostra realtà mostrando le opere e il risultato dei percorsi nelle scuole, sulla destra, all’interno del nostro gazebo, la Torre del cambiamento cresceva all’aumentare dei partecipanti che passavano a trovarci lasciando un pezzetto di loro. E mentre quest’ultima si riempiva, il nostro stand si svuotava: per sostenerci e contribuire al rinnovamento, abbiamo allestito una pesca a premi, molto gettonata, soprattutto dai bambini. Lasciando un’offerta era possibile vincere un pacchettino con oggetti, opere e prodotti di valore differente.

C’è chi ci ha cercato attratto dalla garanzia di una piccola ricompensa e chi ci ha raggiunto perché desiderava incontrare proprio noi. In un caso e nell’altro, sono stati in tanti quelli che hanno lasciato un parte di sé prendendosi un pezzetto di noi, uno scambio reciproco proficuo e costruttivo, non solo in termini economici ma anche e soprattutto per lo scambio di pensieri e valori che ne è nato. Le vecchie cartoline esposte si sono arricchite di nuovi contenuti, molteplici e diversi, a immagine della varietà di stili, gusti e caratteri di ciascun visitatore. È stato bello leggere l’attenzione che molti ragazzini e ragazzine dimostrano di avere per l’ambiente e l’ecologia, una cura per il proprio mondo e un desiderio di vita e di pace che aspira al meglio per il proprio futuro. In linea con lo slogan e con il tema della festa di quest’anno, sono Segni di Speranza anche questi, segni di un cambiamento in atto, che è ancora nelle nostre mani. Vogliamo evolvere allo stesso modo, con lo stesso sguardo fiducioso e determinato, facendo le cose per bene, pronti a cambiare per il meglio. Mettiamoci all’opera!

 

Testo di Stefano Sorgente

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