Dove eravamo rimasti?
Pochi mesi fa noi di Associazione Croma siamo tornati per strada offrendo dosi di cultura a scatola chiusa e riscontrando un successo sopra le aspettative. Abbiamo scoperto con piacere che musica e arte sono visti come un valore per il quale vale la pena investire e a cui le persone scelgono ancora di dare spazio. E sì che un anno prima, dopo la prima ondata della pandemia, ci interrogavamo proprio sul medesimo argomento notando con dispiacere che nelle scelte ministeriali la bellezza rischiava di passare come intrattenimento, come bene non necessario e quindi come problema secondario a cui far fronte in una situazione di emergenza come quella che abbiamo vissuto. Tuttavia le riflessioni contenute tra le righe di Strade vuote e cieli di speranza mettevano in luce proprio la centralità della creatività come costante nella storia dell’uomo. La bellezza salverà il mondo? Non lo so, ma la capacità di reinventarsi, assieme alla fruizione e alla composizione di arte e musica hanno contribuito a sorreggere molti di noi durante il lockdown.
C’è chi è uscito sui balconi a suonare, c’è persino chi ha stonato e chi invece ha organizzato concerti in diretta streaming. Non a caso sono nati nuovi album e dischi di cantanti che affermano che il periodo iniziale delle restrizioni è stato proprio una fonte rigogliosa di cose da dire, una fucina di idee, un impulso a creare. C’era il bisogno di superare la difficoltà, la necessità di trovare nuovi equilibri, personali e nel rapporto con il mondo; c’era voglia di futuro!
Siamo proiettati altrove: un colibrì agita rapido le ali e dipinge una nuova rotta che vogliamo seguire. Vale la pena immergersi nella giungla di colori e nel viaggio di immagini che ci regala Cesare Cremonini. Il suo nuovo disco (La ragazza del futuro), assieme al nuovo doppio album di Elisa (Ritorno al futuro/Back to the future) mostrano proprio nel titolo questa determinazione nel riprendersi la vita e il futuro, ripartendo dalla bellezza. Ci soffermiamo sul lavoro di Cremonini che mette in moto qualcosa di più esteso, un movimento di più ampio respiro, fatto di immagini e di iniziative che esondano dall’ambito musicale e irrigano l’arte pubblica e la quotidianità, inondando le città di nuovo splendore.
La ragazza del futuro continua il cammino iniziato fin dalle prime battute del nuovo prodotto discografico e ridisegna i confini: è un percorso artistico senza limiti rivolto alla società e ai giovani. Nasce Io vorrei, un progetto ideato assieme allo street artist Giulio Rosk, che ha l’obiettivo di realizzare opere di riqualificazione urbana attraverso i volti delle nuove generazioni che vivono nei sobborghi delle città italiane. C’è la volontà di promuovere la ricerca della bellezza come valore e lo si fa cambiando letteralmente faccia agli edifici sui muri di Ostia, nei quartieri Sperone e Ponticelli, rispettivamente a Palermo e a Napoli. In questi angoli d’Italia compaiono murales che hanno il volto dei bambini del quartiere, i cui occhi rappresentano lo sguardo sul futuro. È un tentativo concreto di riaccendere la speranza e raccontare le storie del nostro domani partendo dalle periferie.
L’arte è vita e la vita è arte: è bello vedere come le esperienze vissute abbiano portato l’artista a una rinnovata e amplificata sete di vita che spinge a immergersi nel mondo cercando, trovando e portando bellezza, fino a decidere di agire concretamente e di intervenire fisicamente sulle sembianze delle nostre città. C’è una ricerca del bello nei luoghi inaspettati; c’è un invito ai giovani a risvegliarsi, ad afferrare la vita e a portare bellezza, con il proprio volto fresco e assetato di speranza; c’è la volontà di metterci la faccia per dare una nuova fisionomia alle cose, e segnare una nuova direzione da seguire. «Ho bisogno di qualcuno che mi indichi la strada. La ragazza del futuro forse l’ha trovata». Tutto nasce da un sentimento che dipinge note e versi autobiografici, intimi e quotidiani, che come un domino non sanno fermarsi: c’è un legame tra l’artista e gli altri, tra me e il mondo: io, l’altro, tutti.
A un suono limpido corrisponde un’immagine vitale, alle note musicali fa seguito la comparsa di nuovi colori. Questo incontro tra arte e musica, è un processo antico, una ricerca che abbiamo già analizzato e percorso a partire da Il dialogo tra arte e musica, passando per i racconti di “Fantasia” e sinestesia, fino ad arrivare alle conclusioni contemporanee contenute tra le righe di Visione musicale, senza dimenticare Fausto Melotti. Questa volta però non si tratta di rapporti di equivalenza nel tentativo di far coincidere arti dai linguaggi differenti. Se possiamo immaginare che la sinestesia viaggi perpendicolarmente avanti e indietro nel tentativo di unificare binari che paiono paralleli, il progetto avviato da Cremonini si muove per il lungo ma aprendosi a raggera, crea un’estensione multidisciplinare, un movimento che dilata il proprio sguardo e che partendo da un’idea comune si espande come una ramificazione che germoglia a partire dal seme che ha generato l’album. C’è un sentimento che alimenta la vita e la fa fiorire in tutte le sue forme possibili, dalla musica, all’arte, generando poetica bellezza, ridipingendo il presente e proiettandosi nel futuro.
La storia per prima ci insegna che le arti possono mutare destini e realtà: come abbiamo ampiamente spiegato in Voci di giovani cantautori e L’arte (terapeutica) di scrivere canzoni, Hip Hop e Street Art già in passato hanno cambiato l’avvenire e salvato la vita a un buon numero di ragazzi del Bronx. Certe possibilità non si esauriscono e continuano a riproporsi, sgorgando negli spazi della contemporaneità.
A noi, che fin dai primi passi come associazione abbiamo sempre cercato di muoverci in sinergia tra musica e arte per fare del bene, questo progetto non può che piacere. Per fortuna, diverse anime sul territorio e nel mondo continuano a colorare il presente e a cercare di comporre un futuro più armonico.
La bellezza salverà il mondo? Non lo so ma di certo lascia il segno, suscita cambiamento e, di sicuro, qualcosa di grande lo produce.
Testo di Stefano Sorgente