- La radio trasmette brani di musica rap, trap, stili sonori particolari rispetto ai generi cantautorali che hanno fatto la storia della musica italiana e internazionale. Sono evidenti le novità nell’atmosfera musicale ricreata, nei contenuti espressi e nell’interpretazione canora. Il cantante non è più costretto ad esibirsi in virtuosismi vocali, non è nemmeno detto che debba risultare particolarmente intonato. Paradossalmente, l’interprete può fare musica ed esprimersi parlando come qualsiasi altra persona, tuttavia distinguendosi proprio in virtù del rispettivo monologo, enfatizzato da metrica e ritmi precisi, da enfasi vocale e accenti incalzanti. Una poesia 2.0, attuale per quelle immagini testuali tutt’altro che edulcorate. Versi gergali, espressioni aggressive, ricerca di un senso e una vita a volte svuotata, stanca e impigrita. Un risultato totalmente diverso dagli alti esempi di poesia presenti su libri di scuola e manuali di antologia, eppure il lavoro (più o meno consapevole) è lo stesso: una ricerca accurata di stesura di visioni, pensieri ed emozioni.
C’è un bisogno di esprimersi, di comunicare e, al contempo, un tentativo di prendersi cura di quel flusso creativo, di quel prodotto, di quella parte di me che prende corpo e si rende manifesta. Trasferisco le mie attenzioni su un processo artistico che consente di esserci poiché, attraverso esso, ottengo una voce, esterno un mondo custodito, mi lascio conoscere ed entro in contatto. Vivo, osservo, mi emoziono e lo comunico. Ha origine un’azione terapeutica che, spostando le energie sulla cura di un prodotto esteriore, porta beneficio al compositore stesso. Quest’ultimo ottiene una valvola di sfogo, la quale, necessitando di una forma estetica precisa e ottimale, richiede cure, modifiche, azioni di trasformazione nei confronti dei propri pensieri espressi e del proprio vissuto. Così facendo le emozioni personali vengono osservate con attenzione, affrontate, soppesate, valorizzate o ridimensionate. Avviene una cura per un oggetto che consente di intervenire metaforicamente su se stessi. Un tale processo, quindi, regala la possibilità di guardarsi, di conoscersi e di riconoscersi. Una presa di consapevolezza che è la base per le trasformazioni della crescita personale.
Alla base del fenomeno attuale vi è la riqualificazione di alcune zone della città di New York: negli anni ’70, la costruzione di un’autostrada provoca lo sfratto di numerose persone. Le famiglie meno abbienti sono costrette a trasferirsi negli edifici popolari del Bronx. Le condizioni di vita non sono delle migliori. Ha origine il periodo delle baby gang e delle guerriglie di strada. Fortunatamente, la rivalità trova differenti modalità di competizione, e genera anche risultati costruttivi: nasce l’Hip Hop, fiorisce la Street Art. Il bisogno di affermare chi si è, la volontà di sensibilizzare la cittadinanza e di far conoscere la situazione del ghetto, sfociano in risultati creativi mai visti prima d’ora. Le superfici della città diventano supporto pittorico; i convogli dei treni diretti in centro accolgono scritte, messaggi, tag, sempre più raffinate nella rispettiva forma estetica finale. Germoglia un processo espressivo che comunica attraverso il segno scritto e decorato, il canto il ballo. Il messaggio è chiaro, afferma una presenza, comunica rivalsa, accetta l’aggressività figlia delle condizioni di degrado in cui versa il quartiere; la forma stessa del canto e dei graffiti dei writers esteticamente esprime uno stile figlio della sofferenza e della povertà, ma vitale ed energico, anticonvenzionale, disarmonico, tuttavia ipnotico e colorato. L’arte e la musica ritrovano un carattere sociale e rituale, primitivo, a partire dal quale salvano i giovani e trasformano la dura realtà della vita di strada. Nascono feste all’insegna della musica e del canto, sfide dalle regole ben precise, compaiono nuove figure, fanno capolino i primi DJ, i Maestri delle Cerimonie.
Mezzo secolo dopo, grazie alla globalizzazione e ai nuovi modelli culturali comunemente accettati, quel sound ha raggiunto le nostre strade e l’abbigliamento dei primi ballerini di hip hop ha influenzato le mode giovanili. Quella che era una minoranza stigmatizzata ora è una realtà affermata in cui un gran numero di adolescenti confluisce in cerca di un’identità e di un’appartenenza. È il contesto ideale per accogliere le contraddizioni e la polemica dei ragazzi che crescono.
A livello musicale il rap ha sdoganato le regole compositive e canore tradizionali, ammettendo un linguaggio più vicino al parlato comune, rendendo possibile cantare indipendentemente dalle capacità vocali e di intonazione in proprio possesso. Per questo motivo prende sempre più piede tra i giovani e per questo motivo può diventare un potente strumento di espressione personale sul quale focalizzare l’intervento pedagogico di chi ha a cuore la crescita della persona.
La canzone è come un diario segreto reso finalmente accessibile. Siamo pronti a saperne di più?
Testo di Stefano Sorgente
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