Da quando l’umanità ha cominciato ad usufruire delle tecniche di stampa non è stata più in grado di farne a meno. Anche Croma se ne è servita: forte delle esperienze e delle passioni dei membri del team, si è trovata ad individuare nelle matrici di stampa un punto forte del proprio agire, in grado di coinvolgere il bambino in un processo semplice ma esigente e dal risultato efficace (ne sono testimonianza Io, l’altro, tutti e Di-Segni di Musica). La forza di questa tecnica è la serialità, la capacità cioè di riprodurre in serie il medesimo risultato per un gran numero di volte, agevolando così la grande distribuzione e la logica del mercato. È così che, da Gutenberg in poi, si ha un incremento della produzione e della diffusione dei libri e della cultura. La vera bellezza di questo ausilio artistico, tuttavia, è insita nel processo e nel risultato che ne consegue: un’imprimitura nelle membra della materia che viene convertita in una ulteriore imprimitura al di fuori di essa, trasposta ad inchiostro sul supporto. La matrice si lascia “segnare” e trasformare, accogliendo la traccia per farne uno strumento di trasmissione visibile, una sorta di esperienza di vita da parte della materia che viene fatta fruttare in un risultato di valore. Importante perciò in questo processo è il segno, il rapporto tra il pieno e il vuoto, tra la superficie e la materia scavata, tra ciò che rimane e ciò che non c’è più. Nella stampa calcografica il segno accoglie l’inchiostro e determina la resa finale mentre, al contrario, nella stampa xilografica la superficie intonsa trasporta il colore e fissa l’immagine.
Proprio quest’ultima tecnica, originariamente conseguita mediante l’ausilio di matrici di legno, offre numerosissime possibilità poiché si presta ad essere realizzata anche con supporti di stampa più morbidi e quindi più semplici da segnare. Il linoleum è il surrogato plastico più prossimo al legno pertanto richiede ancora l’utilizzo di specifici strumenti del mestiere, taglienti e quindi poco adatti ad un utilizzo infantile. Fortunatamente la tecnologia odierna mette a disposizione una vasta gamma di materiali più flessibili tra i quali selezioniamo la gomma e il polistirene estruso. La compattezza, lo spessore, la leggerezza e la porosità del secondo fanno di esso il candidato ideale, poiché consentono una più agevole impugnatura della matrice di stampa senza danneggiare più di tanto la precisione dell’incisore. La stampa diventa così una pratica accessibile a tutti: basta munirsi di un punteruolo o di una matita (nel caso dei più piccoli) con i quali scavare le linee del disegno che vogliamo estromettere dall’opera. Tramite questo “puntinismo” tridimensionale, il polistirene estruso si lascia solcare efficacemente mentre la superficie immacolata è pronta a rilasciare il colore sul foglio. Ecco che, sotto la supervisione di un adulto, si offre al bambino la possibilità di cimentarsi in una tecnica grafica che arricchisca il bagaglio esperienziale del piccolo, rinnovandone la pratica artistica e regalando nuove forme, figure e risultati estetici. Il disegno può perdere il monopolio di mezzo espressivo per condividere il campo con una pratica che conduce fino all’impronta, alla fisicità e alla concretezza di un corpo che si presenta, che lascia un’ombra evidente e colorata, un timbro che consente di afferrare il profilo e la pelle delle cose, di prenderle con sé e di comprenderle; un’anticamera della conoscenza che non rinuncia a originare forme dal proprio immaginario. Come se non bastasse, la stampa allena la mente: in xilografia bisogna sforzarsi di visualizzare l’immagine anche in negativo, di calcolare il dettaglio e la globalità, per poter decidere con maggiore consapevolezza quali parti incidere ed estromettere e quali far risultare nel lavoro, andando a prevedere il risultato estetico che produrremo. Dulcis in fundo, la stampa è sorpresa: persino la più accurata previsione di ciò che può accadere sarà smentita dal lavoro stampato, infinita fonte di immenso stupore e sorpresa. Ecco qui allora una tecnica che attiva i sensi, stimola l’intelligenza, presenta conoscenza, allena la pratica, regala destrezza, basandosi su un processo terapeutico che ammette ed esalta l’esperienza sotto forma di segno impresso, di “cicatrice” che trasforma, porta frutto e genera risultato positivo: esperienza…estetica.
Testo di Stefano Sorgente