Croma – un esempio di sostenibilità sociale

L’articolo di Stefano Villa racconta di Croma e come possa essere considerata un esempio di sostenibilità sociale. Ecco le sue parole.

«Come vi ho raccontato più volte nei precedenti articoli, la sostenibilità non deve essere considerata come un’esclusiva ambientale.

Se proviamo a fare un esercizio molto semplice, possiamo osservare come la definizione stessa del termine rimandi al concetto di tutela e preservazione. Facile quindi immaginarsi come la sostenibilità trovi senso e applicabilità anche in campo sociale.

In questo articolo voglio raccontarvi di come, dall’idea di alcuni ragazzi, sia nata una realtà il cui obiettivo è la tutela e la comunicazione con gli altri attraverso l’uso dell’arte. La realtà in questione è Croma, generata da passione artistica e volontà di servizio per la comunità.

Per capire di cosa si tratta, ho intervistato i creatori di Croma ed ecco a voi cosa mi hanno raccontato».

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Parliamo di Croma: perché è nata e con quali obiettivi?

Croma, molto semplicemente, nasce dall’esigenza di vivere il fare artistico e musicale finalizzato al benessere dell’altro. L’obiettivo è l’organizzazione e la realizzazione di laboratori artistico-musicali didattici e creativi, incontri di Musicoterapia e Arte terapeutica, individuali e di gruppo.

Questi laboratori sono e saranno proposti a scuole, centri di aggregazione e strutture sanitarie, associazioni e istituzioni, privati in contesti di disabilità o difficoltà e, in generale, a chiunque sia interessato ad affrontare determinate problematiche avvalendosi della musica e delle arti visive.

Chi sono i fondatori di Croma e qual è la loro esperienza?

Siamo due Artisti terapisti e un Musicoterapeuta, i cui percorsi, di studi e di vita, si sono incrociati. Dalla nostra collaborazione è nata l’idea di creare un gruppo che potesse agire nel sociale tramite musica e arte. Queste ultime ci circondano; perché non permettere a ciascuno di avvicinarvisi e sperimentarle? Brancusi diceva: “Le cose d’arte sono specchi nei quali ognuno vede ciò che gli somiglia”.

Il potere del fare creativo genera crescita interiore, e abbiamo avuto la fortuna di sperimentarlo in prima persona, quindi ora il nostro obiettivo è trasmetterlo agli altri, in particolar modo a chi ha più bisogno.

Perché Croma?

Il nome Croma, così come il nostro logo, unisce l’aspetto pittorico del colore, quindi inerente all’ambito visivo, al campo musicale, in quanto Croma è la nota che ha per durata un ottavo.

Croma è all’inizio della sua storia, quali sono gli obiettivi che vi ponete per il futuro?

Il futuro è tutto davanti a noi! La ruota ha appena cominciato a girare e deve ancora capire su che terreno si sta muovendo: è il momento di spingerla e di portarla verso orizzonti lontani.

Noi ci siamo uniti con l’intento futuro di allargare i nostri campi d’azione; l’auspicio è quello di riuscire a coinvolgere altre figure professionali, sempre mantenendo come denominatore comune l’arte, ma spaziando, ad esempio, verso i campi della psicologia o della pedagogia. Siamo fermamente convinti che questo possa favorire la creazione di una rete di interazione culturale e professionale, fondamentale per la crescita individuale e sociale.

Una battuta conclusiva?

Siamo agli inizi, ma abbiamo comunque un bel bagaglio di esperienza sulle spalle. Venite a trovarci sul nostro sito e sulla nostra pagina facebook per conoscerci meglio e per vedere quali sono i nostri progetti già realizzati e in programma.

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«Oltre a ringraziare i ragazzi di Croma per il tempo e per la loro disponibilità, vorrei chiudere con una riflessione personale sul tema.

Mi piace pensare alla sostenibilità come il contrario di egoismo; mi piace parlare e scrivere di sostenibilità perché vuol dire anche, come in questo caso, raccontare storie ed esperienze di persone che scelgono di dedicare il loro tempo e la loro attenzione al bene comune e non esclusivamente al benessere personale.

Un grande in bocca al lupo ai ragazzi di Croma, bravi! Ci vediamo al prossimo articolo».

Scritto da Stefano Villa

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